La piazza del Campidoglio si trova in cima al colle del Campidoglio a Roma.
Fin dal medioevo l'area del Campidoglio fu sede dell'amministrazione civile della città. Sui resti del Tabularium esisteva un fortilizio della famiglia Corsi di cui si impadronì nel 1114 il popolo romano; fu destinato a sede del senato cittadino ed ingrandito nel XIV secolo.
Lo spiazzo sterrato antistante era destinato alle adunanze di popolo ed era fiancheggiato da edifici destinati a sede dei Banderesi, cioè dei capitani della milizia cittadina[1].
I lavori andarono così a rilento che Michelangelo (morto nel 1564) poté vedere il compimento solo della doppia scalinata che serviva per il nuovo accesso al Palazzo Senatorio, con il posizionamento delle due statue raffiguranti il “Nilo” e il “Tevere”[4]. La facciata e la sommità della torre erano ancora incompleti, mentre il Palazzo Nuovo non era neanche stato iniziato.
I lavori furono comunque completati secondo le linee guida del progetto originale michelangiolesco.
Se ne occupò in particolare Giacomo Della Porta, a cui si deve il rifacimento del Palazzo dei Conservatori e il completamento della facciata del Palazzo Senatorio, con il posizionamento, tra l’altro, nella nicchia centrale, di una statua di Atena prelevata dal Palazzo dei Conservatori, che però nel 1593 fu sostituita con un’altra statua di Atena, molto più piccola (troppo piccola per le dimensioni della nicchia, tanto da doverla posizionare su tre piedistalli), in porfido rosso e marmo bianco, riconvertita come allegoria della dea Roma.
Quando, alla fine del 1587, la diramazione del nuovo acquedotto dell’"Acqua Felice" raggiunse il Campidoglio, papa Sisto V indisse un concorso pubblico (escludendo deliberatamente il Della Porta, a riprova dei difficili rapporti esistenti tra i due) per la realizzazione di una fontana sulla piazza. Risultò vincitore il progetto di Matteo Bartolani[5]: si trattava di un progetto grandioso, che però venne realizzato solo in parte, con la costruzione di due vasche, una interna all’altra, addossate al centro della facciata del Palazzo Senatorio, tra le statue dei due fiumi e sotto il nicchione contenente Atena, di forma rettangolare con il lato più lungo lobato.
Ma il Della Porta pensava ad una diversa sistemazione
della piazza. In quel periodo stava anche lavorando alla fontana in piazza San Marco, che
prevedeva, come sfondo, l’imponente statua di Marforio.
Dopo pochi giorni dal posizionamento la statua venne però riportata in cima al
Campidoglio. È possibile che il Della Porta, con un repentino ripensamento,
abbia voluto proporre al papa un’alternativa al progetto di Bartolani,
che stravolgeva il disegno michelangiolesco originario: pensò infatti di utilizzare
Marforio come sfondo per un’imponente fontana che
avrebbe chiuso il lato sinistro della piazza, quello verso
Le uniche due fontane che nel 1588 il Della Porta riuscì a realizzare per il Campidoglio sono i due leoni di basalto ai lati della base della cordonata, trasferiti nel 1582 dai resti del “Tempio di Iside”, completati con due vasi in marmo, appositamente costruiti, per raccogliere l’acqua[6]. I due leoni originali, trasferiti nel 1885 nei Musei Vaticani, vennero poi ricollocati al loro posto nel 1955.
Solo nel 1594, con papa Clemente VIII, Giacomo Della Porta poté realizzare la “sua” fontana di Marforio (tra l’altro, la sua ultima opera): l’intero gruppo scultoreo fu inserito in una vasca uguale a quelle utilizzate alla base del Palazzo Senatorio, davanti ad un imponente prospetto. La struttura venne però smantellata una cinquantina d’anni più tardi, quando si cominciarono i lavori per l’edificazione del Palazzo Nuovo, e ricostruita poi nel 1734 nel cortile del palazzo, dove si trova attualmente, ma senza il prospetto dellaportiano.
La piazza fu terminata nel XVII secolo, anche se la pavimentazione[7] fu realizzata solo nel 1940, secondo il progetto originale michelangiolesco dedotto da una stampa di Étienne Dupérac.
Il Palazzo Senatorio è oggi la sede del Comune di Roma,
mentre i Musei Capitolini, aperti nel 1735 (uno dei musei
pubblici più antichi del mondo) sono ospitati negli altri due palazzi,
congiunti anche da una galleria sotterranea,
I due leoni avevano una notevole rinomanza presso il popolo romano. In particolari occasioni, infatti, come la presentazione in Campidoglio delle credenziali di un nuovo ambasciatore o l’elezione di un nuovo pontefice (da ultimo papa Clemente X nel 1670) dalle due fontane sgorgava vino (bianco da una parte e rosso dall’altra) anziché acqua, con comprensibile tripudio di folla che faceva a gara per accaparrarne la maggior quantità possibile
Che originariamente rappresentava il “Tigri”. Non potendosi però rinunciare ad un’allegoria che si riferisse al Tevere, la piccola testa di tigre del gruppo venne sostituita da una testa di lupa, ai cui lati furono aggiunti i due gemelli. In base a questa considerazione non si può escludere che l’altra statua rappresentasse originariamente l’Eufrate, anziché il Nilo.