Il termine corsa all'oro indica un periodo di febbrile migrazione di lavoratori in aree nelle quali si verificò la scoperta di notevoli quantità di oro sfruttabili commercialmente, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in altre nazioni.
Le corse all'oro divennero una caratteristica della cultura statunitense del XIX secolo. I fattori che portarono migliaia di persone alla volta ad abbandonare il monotono lavoro quotidiano della Rivoluzione industriale e viaggiare verso le miniere d'oro comprendono:
Incidentalmente, pochi cercatori fecero fortuna, diversi fornitori e commercianti invece si arricchirono, e numerosi sfortunati sopportarono momenti duri e privazioni, in esotici luoghi alla frontiera della civilizzazione, per una piccola ricompensa.
Dal punto di vista demografico, diverse corse all'oro scossero i piani di insediamento dei coloni negli USA, producendo un'apertura di aree in precedenza scarsamente insediate e una diaspora Cantonese attraverso l'Oceano Pacifico. La cultura della corsa all'oro, spesso riflessa nelle canzoni popolari, tendeva a promuovere delle immagini di robusta mascolinità.
Tra le aree dove si svolsero le corse all'oro troviamo:
Anche l'Italia ebbe la sua corsa all'oro tra il 1848 e il 1915, numerosi documenti relativi a questo periodo sono conservati presso il Museo dell'Oro e della Bessa.
La corsa all'oro californiana o febbre dell'oro californiana fu un periodo della storia americana segnata dall'interesse mondiale per l'oro della Sierra Nevada, nella regione centrale della California.
Ebbe inizio il 18 gennaio 1848, quando il pioniere svizzero Johan Suter (americanizzato in John Sutter) scoprì un filone del prezioso metallo.
Iniziata meno di due anni dopo la proclamazione della Repubblica della California (giugno 1846) e prima che il Messico cedesse formalmente la California agli Stati Uniti (febbraio 1848), la corsa all'oro diede il via ad un flusso migratorio di migliaia di uomini in cerca di fortuna. Ma pochi riuscirono e divennero ricchi. La maggior parte infatti trovava solo l'oro sufficiente al proprio sostentamento quotidiano.
Sutter era arrivato in America nel 1834 in cerca di fortuna e si era stabilito sulle rive del fiume Sacramento. Lì ottenne dal governo messicano una concessione per costruire un fortino contro gli statunitensi. Nonostante questo il territorio venne invaso e Sutter stabilì buoni rapporti con i nuovi padroni. Il filone aurifero venne scoperto mentre si stava lavorando alla costruzione di una fabbrica.
Sutter tentò di mantenere segreta la notizia, ma questa si diffuse molto rapidamente e migliaia di cercatori accorsero da tutto il mondo. In questo modo nacquero in California le prime città, con l'apertura di banche, officine, saloon, bordelli. Solo alcuni centri però diventarono insediamenti stabili: molti altri decaddero subito dopo l'esaurimento delle vene aurifere.
La corsa all'oro non si limitò alla California, ma contagiò anche il Canada e l'Alaska.
Convenzionalmente si pone il termine ultimo della corsa all'oro californiana al 1855.
Il Museo dell'Oro e della Bessa si trova a Zubiena in Piemonte e fa parte dell'Ecomuseo Valle Elvo e Serra.
Il museo presenta le testimonianze di duemila anni di ininterrotta ricerca dell’oro nel Biellese e nell’Italia del Nord. Alla visita seguono una passeggiata attraverso le aurifodine romane e la prova pratica di ricerca sul torrente.
La ricerca aurifera nell’Italia del nord, nata alcuni secoli prima di
Nelle
città e nei centri dell’Est, sembrava quasi come al tempo della guerra.
Migliaia di uomini lasciavano le loro case e le loro famiglie e partivano per
la California. Le donne si trasferivano dai parenti o provvedevano a se stesse.
I bambini scrivevano lettere ai loro padri lontani ed aspettavano
impazientemente che tornassero a casa. Era il 1849, e la corsa all’oro della
California era iniziata.
James W. Marshall aveva scoperto l’oro il 24 gennaio 1848. Marshall lavorava
per John Sutter, un immigrato svizzero che sperava di
creare un impero agricolo in California.
Sutter possedeva 39.000 acri di terra (1), sui quali
allevava bestiame, coltivava frutta e vegetali. Costruì un grande forte che
divenne la sede di diverse attività commerciali.
Marshall stava ispezionando un canale presso la segheria di Sutter
sul South Fork (2) del fiume American quando vide un
brillio sotto l’acqua. Raccolse la particella scintillante, delle dimensioni di
mezzo pisello. Era certo di aver trovato oro.
Nel gennaio 1848, la California era per gran parte priva di insediamenti. Circa
100.000 Nativi Americani vivevano ai piedi delle montagne della Sierra Nevada.
In piccoli centri missionari e nei ranch lungo la costa vivevano circa 10.000 “Californios”, o Californiani Messicani; 2.000 cittadini
americani; e qualche centinaio di europei.
Quando Marshall raccontò a Sutter di aver trovato
l’oro, Sutter gli fece giurare di mantenere il
segreto. Se si fosse risaputo, la gente sarebbe arrivata a fiumi da ogni parte,
e l’impero di Sutter sarebbe stato distrutto.
James Marshall a Sutter’s Mill
Ma a
poco a poco la notizia si diffuse. All’inizio solo una manciata di cercatori si
ritrovò sulle colline. Ma quella manciata crebbe presto.
Il 12 maggio 1848, quando la notizia della scoperta raggiunse San Francisco, la
popolazione maschile della città era di circa 600 individui. Il 15 maggio ne
erano rimasti solo circa 200. Entro il primo di giugno, San Francisco era
diventata una città fantasma: negozi chiusi, navi abbandonate, e case
disabitate. La maggior parte degli uomini era corsa verso i campi auriferi.
Anche i giornali della città avevano chiuso. Nessuno era rimasto per scriverli
o per leggerli.
John Augustus Sutter, il proprietario delle terre in cui fu trovato l’oro
La febbre dell’oro si diffuse rapidamente. Per la fine del 1848, i cercatori
arrivavano dal nord fin dall’Oregon, dall’ovest fin dalle Isole Hawaii, e dal
sud fin dal Messico e dal Cile. Ci volle circa un anno perchè
la notizia giungesse all’Est. Quando arrivò, iniziò la corsa sfrenata.
Oggi può essere difficile capire perchè gli uomini
lasciassero le loro case e i loro cari e viaggiassero per migliaia di miglia
per cercare l’oro. Ma nel 1849, un prospero agricoltore poteva ricavare circa
due o trecento dollari all’anno. Un operaio di fabbrica riceveva circa un
dollaro per lavorare dodici ore al giorno. Un artigiano qualificato guadagnava
un dollaro e mezzo al giorno.
In California, l’oro era lì per chiunque potesse trovarlo. Un minatore poteva
ricavare dai 25 ai 35 dollari al giorno – o anche di più – dal letto di un
fiume. Le storie di minatori che erano diventati ricchi in un solo giorno si
diffusero come il vento. Molte di queste storie erano esagerazioni (3). Ma
alcune di esse erano vere.
Viaggio verso la California
Alcuni uomini raggiunsero la ricchezza, in campi minerari primitivi con nomi
come Hangtown, Gouge Eye, ed Hell’s Delight (4). Il lavoro spezzava la schiena, ma pagliuzza
dopo pagliuzza, pepita dopo pepita, questi fortunati “ragazzi del ’49″
(5) scavarono depositi d’oro dal valore di centinaia – o perfino migliaia – di
dollari. La maggior parte dei minatori non fu così fortunata. Molti dei
migliori appezzamenti minerari furono velocemente registrati, e poi ripuliti.
Alcune persone in California fecero i soldi senza dover scavare per l’oro.
Furbi commercianti facevano pagare a caro prezzo le forniture ed i servizi ai
minatori. Una libbra (6) di zucchero era venduta a 2 dollari. Una libbra di
caffè a 4 dollari. Le donne nei campi auriferi potevano vendere un pasto
cucinato per 25 dollari, o guadagnare 50 dollari a settimana per lavare le
camicie. Nel 1849, quei prezzi erano altissimi.
Una grossa pepita trovata in California
Un minatore fortunato poteva facilmente pagarli. Ma molti minatori potevano a
malapena far quadrare i conti.
Man mano che la competizione per l’oro cresceva, i minatori si scontravano per
i “claims” (7), o diritti di scavo, a volte in modo
violento. Molti Americani che erano venuti dall’Est incolpavano, per il proprio
insuccesso, i minatori che venivano dal Messico, dal Cile, dal Perù, e dalla
Cina, che consideravano “stranieri” . I minatori di discendenza
Latinoamericana, anche quelli che avevano vissuto in California per tutta la
vita, venivano a volte attaccati violentemente. Alcuni vennero perfino uccisi.
Alla fine, la gran parte dell’oro che poteva essere scavato a mano era stato
trovato. C’era bisogno di pesanti macchinari per scavare il resto. Molti
minatori tornarono a casa senza un centesimo, o quasi.
John Sutter lasciò la California nel 1851,
pesantemente indebitato. I minatori avevano invaso la sua casa e calpestato i
suoi campi. Il suo “impero” era in rovina. James W. Marshall, l’uomo che aveva
trovato l’oro per primo, ebbe poco successo come minatore. Morì in povertà nel
1885.
Tuttavia, molti minatori rimasero. Iniziarono attività commerciali nelle “boom towns” (8) o coltivarono le fertili valli. Entro il 1856,
San Francisco aveva più di 50.000 cittadini ed era la più grande ed importante
città dell’Ovest. Sulle sue strade camminava gente da ogni angolo del mondo.
La maggior parte dei minatori della California non fece mai molti soldi.
Cercatori d’oro
Eppure
alcuni raggiunsero il traguardo che si erano prefissi \endash
divennero ricchi, e riportarono a casa una fortuna. Ripagarono i debiti sulle
loro fattorie e cominciarono delle nuove vite. Purtroppo, alcuni minatori non
tornarono più a casa. Morirono di malattie come il colera, o per incidenti nei
campi auriferi o durante il viaggio verso la California. Molti fra le donne e i
bambini che aspettavano all’Est non avrebbero mai più rivisto i loro cari.
La Corsa all’Oro (“Gold Rush”) trasformò non solo le
vite della gente, ma la stessa California. La popolazione della California
crebbe in modo drammatico.
Un folto gruppo di
cercatori nella loro concessione
I suoi
centri, le sue città, e le sue attività commerciali prosperarono. E quasi dalla
sera alla mattina, divenne il più famoso Stato americano. La gente di tutto il
mondo conosceva la storia della California, la terra d’oro dove si poteva
scavare una fortuna dalla terra.
NOTE CONCLUSIVE
Nell’articolo che abbiamo dedicato alla corsa all’oro della California, sono
inseriti numerosi termini che necessitano di un piccolo approfondimento per
essere compresi al meglio. Poiché queste note non inficiano la normale lettura
del brano, abbiamo deciso di racchiuderle tutte qui.
1.
Quasi 16.000 ettari (N.d.T.)
2.
Letteralmente, “affluente meridionale” (N.d.T.)
3.
Spesso inventate ad arte da chi aveva interesse a far giungere
gente in California (mercanti, commercianti, ma anche aspiranti politici senza
troppi scrupoli) (N.d.T.)
4.
Rispettivamente: città degli impiccati; occhio (o buco) di
roccia; delizia d’inferno (N.d.T.)
5.
Nel testo originale: “forty-niners”,
termine che indica i cercatori che andarono in California nel 1849 durante la
corsa all’oro (N.d.T.)
6.
Meno di mezzo chilo (N.d.T.)
7.
Appezzamento aurifero; il minatore doveva registrarlo (il
termine viene dal verbo registrare, reclamare: “to claim”) per avere la sicurezza dello sfruttamento (N.d.T.)
8.
Città che sorgevano all’improvviso (scoppiavano, appunto
“boom”), per la presenza di risorse minerarie, o perchè
si trovavano in punti strategici per, ad esempio, la transumanza del bestiame.
Al mancare tali risorse, queste città si spopolavano altrettanto rapidamente,
diventando città fantasma, “ghost towns”
(N.d.T.)