La BUSSOLA
La bussola è uno strumento per l'individuazione dei punti cardinali. È provvista di un ago calamitato che, libero di girare su di un perno, ha la proprietà di allinearsi lungo le linee magnetiche del campo terrestre indicando così la direzione nord-sud .
L'uso della bussola è fondamentale in mare aperto, in vasti spazi, dove non ci siano punti di riferimento, così come in presenza di riferimenti per localizzarsi goniometricamente rispetto ad essi. Utilizzata con un orologio ed un sestante è possibile avere a disposizione un accuratissimo sistema di navigazione. Questo strumento ha migliorato la navigazione facilitando i commerci marittimi e i viaggi per mare rendendoli più sicuri ed efficienti.
Alla bussola può essere associata una meridiana che permette di conoscere l'ora solare durante il giorno, semplicemente osservando l'ombra prodotta dalla barra, perpendicolare all'ago, dopo che quest'ultimo si è posizionato verso Nord.
La bussola deve il suo nome alla scatola in legno di bosso che originariamente conteneva tale strumento.
L'invenzione della bussola si attribuisce ai cinesi e ai vichinghi.
impressionando gli spettatori. Nelle bussole venne fissato un ago libero di
ruotare che si disponeva sempre nella direzione del nord. Una volta conosciuta
la posizione del nord era poi possibile identificare il sud come la direzione
opposta, mentre l'est e l'ovest erano rispettivamente alla destra ed alla
sinistra dell'osservatore rivolto verso il nord. È certo che l'uso della
bussola come strumento di navigazione risale all'anno 1100 presso gli stessi
cinesi. Fu introdotta in Europa nel XII secolo probabilmente attraverso gli
Arabi: il primo che usò la bussola nella navigazione nell'Europa occidentale è
di Alexander Neckam (1180-1187).
La leggenda che vuole che la bussola sia stata inventata da Flavio Gioia di Amalfi nasce da un errore di interpretazione di un testo latino, che riferiva soltanto che l'invenzione della bussola era attribuita dallo storico Flavio Biondo agli Amalfitani: il filologo Giambattista Pio capì invece che la bussola fosse stata inventata dall'amalfitano Flavio Gioia. Nel testo in questione tuttavia, non bisogna intendere Flavio come l'inventore della bussola, ma solo come colui che ha riportato la notizia: appunto Flavio Biondo.
Le bussole moderne, specialmente quelle nautiche, sono costituite da corone basculanti su un perno immerse in liquidi a bassa densità (uno dei primi utilizzati è stato l'alcool) e racchiuse in cupole sferiche trasparenti. Sulla parte esterna o superiore della corona sono riportati i gradi bussola (0º = Nord; 90º = Est; 180º = Sud; 270º = Ovest), con le gradazioni intermedie (usualmente si arriva a cinque gradi, gradazioni inferiori renderebbero illeggibile lo strumento). Il dispositivo fornisce in questo modo una lettura affidabile nonostante i movimenti dell'imbarcazione sui tre assi.
Altre caratteristiche comuni, delle bussole che si tengono in mano, sono la possibile presenza di:
Molte bussole moderne permettono anche un aggiustamento per la declinazione magnetica, la differenza tra il polo nord reale e quello magnetico, con un semplice sfasamento della scala goniometrica.
Fin dall'antichità l'uomo ha dovuto risolvere il problema dell'orientamento. Durante le giornate di sole basta osservare quest'ultimo. Infatti notarono che il sole sorgeva verso Est e tramontava verso Ovest. Il Sud corrispondeva alla posizione del sole a mezzogiorno e il Nord alla posizione opposta.
Considerando questo fatto e con l'utilizzo di un orologio analogico, a lancette, sincronizzato sull'ora solare, si può ugualmente trovare il nord proiettando l'ombra di una pagliuzza posta al centro del quadrante mantenuto orizzontale sulla lancetta delle ore. La direzione nord/sud sarà data dalla bisettrice dell'angolo tra l'ombra e la linea che passa dal centro dell'orologio per le ore dodici.
Utilizzarono, di notte, anche le stelle.
Flavio Gioia, è stato un presunto navigatore e inventore italiano vissuto tra il XIII e il XIV secolo, che avrebbe inventato la bussola magnetica.
Sarebbe nato ad Amalfi o a Positano nella seconda metà del Duecento. Intorno al 1300 egli avrebbe inventato o perfezionato la bussola (inventata dai Cinesi e adottata in precedenza dai naviganti Arabi, Veneziani e dagli stessi Amalfitani).
È da rimarcare che Marco Polo al suo ritorno dalla Cina nel 1295, può avere contribuito a diffondere la conoscenza di dispositivi magnetici per la navigazione usati dai Cinesi e dai popoli dell'Asia visitati.
La tradizione dell'attribuzione della invenzione della bussola a Gioia è testimoniata dall'iscrizione della statua eretta in onore di Flavio Gioia "inventore della bussola", che campeggia ad Amalfi.
Flavio Gioia è un personaggio in realtà non esistito. La leggenda che lo riguarda, secondo un'attendibile ricostruzione, trae origine da un'affermazione dell'umanista Flavio Biondo, che aveva scritto che la bussola era stata inventata dagli Amalfitani.
Qualche nota
sulla storia della bussola
La
bussola ha antiche origini che si perdono, prima del XIII°
secolo, nel buio più profondo della storia dell’estremo Oriente.
Probabilmente
anche Marco Polo durante i suoi viaggi, con le varie esperienze maturate nelle
lunghe soste presso i principi dei popoli orientali, poi raccontate nel
“Milione”, ebbe l’occasione di conoscere questo strumento che, ancora
primitivo, consentiva alle navi dell’Impero del Gran Kan
di orientarsi anche in condizioni di nuvolo, sia di giorno che di notte: erano
piccole barrette di materiale metallico (magnetite naturale) che venivano
incastrate su pezzetti di legno, tanto grandi da far sì che la barretta
magnetica rimanesse a galleggiare liberamente nella superficie dell’acqua.
Così
libera nella linea di galleggiamento di questo liquido, che poteva essere
contenuto in un recipiente di legno della grandezza di una nostra moderna tazza
da caffè-latte, si posizionava sempre lungo una linea direzionale costante che
veniva utilizzata dai marinai e dai viandanti come riferimento per tutti gli
spostamenti.
Il
nome di “bussola” deriva da quello della tazza di legno, chiamata anticamente
“bossolo”, come il tipo di legno usato per la sua costruzione.
Normalmente
fino al XIII° secolo, nel mediterraneo si navigava
con riferimenti a vista presso la costa oppure con le posizioni dei corpi
celesti, di giorno con il Sole e di notte con le Stelle e, purtroppo, quando il
cielo diventava illeggibile per la presenza di nubi e anche la costa diventava
invisibile per la nebbia, le navi risultavano in balia del mare e molti carichi
dei romani e del periodo medievale si trovano affondati lungo le coste di tutto
il Mediterraneo, perché naufragate all’improvviso sui promontori o sugli
scogli affioranti.
Il
contatto del popolo arabo con quello delle estreme regioni orientali della
India e della Cina, facilitato dai flussi commerciali della seta e delle
spezie, portò anche nel Mediterraneo, verso il 1200, l’uso della bussola.
L’arrivo
al mondo occidentale fu forse dovuto alle Crociate che, nel XI°
- XII° secolo, permisero l’accostamento tra le
culture arabe orientali e quella occidentale.
A
questo punto scaturisce la falsa indicazione, che tutti abbiamo letto nei libri
scolastici: quella di Flavio Gioia – Amalfitano come l’indiscusso inventore
della bussola.
Da
studi approfonditi sulla vera storia dello strumento di direzione e dalla
ricerca biografica su questo personaggio della Repubblica di Amalfi, sembra addirittura
che non sia mai esistito, se non nella fantasia popolare che, con il passare
del tempo, la tradizione ha fatta diventare storia.
E’ invece certa la cosa che proprio nel XIII° secolo sia stata applicata nel fondo della bussola o al suo ago la così detta rosa dei venti, che completò lo strumento in modo definitivo, come la conosciamo ai nostri giorni: essa consente letture immediate di direzione, individuando il nord – sud, che rimane comunque il riferimento prioritario anche nella posizione dei punti cardinali.