Per centrale nucleare o atomica, si intende generalmente una centrale elettrica che, attraverso l'uso di uno o più reattori nucleari, sfrutta il calore prodotto da una reazione di fissione nucleare a catena autoalimentata e controllata per generare vapore (o gas come l'anidride carbonica) a temperatura e pressione elevate col fine di alimentare turbine connesse ad alternatori e producendo quindi elettricità.
Il termine potrà essere esteso anche alle eventuali future centrali a fusione nucleare, che potrebbero impiegare un reattore a fusione nucleare; tuttavia la ricerca in questo campo è ancora in una fase sperimentale-prototipale di impianto (vedi l'apparecchiatura ITER) e la fusione nucleare controllata è stata ottenuta in laboratorio solamente per brevi periodi di tempo e con una bassa resa energetica.
Storia
Origini
La fissione nucleare fu ottenuta sperimentalmente per la prima volta dal gruppo guidato da Enrico Fermi nel 1934 bombardando l'uranio con neutroni opportunamente rallentati con un blocco di paraffina. Tuttavia i fisici italiani non compresero correttamente il processo che avevano creato identificando erroneamente i prodotti di fissione con nuovi elementi transuranici la cui creazione spiegavano mediante decadimento beta. Nel 1938, praticamente nel periodo in cui Fermi era a Stoccolma a ritirare il premio Nobel, la spiegazione corretta del fenomeno venne descritta dai chimici tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassmann, congiuntamente ai fisici austriaci Lise Meitner e Otto Robert Frisch. Determinarono che il neutrone, relativamente piccolo, è in grado di scindere il nucleo dei pesanti atomi di uranio in due parti pressoché uguali. Numerosi scienziati (tra i primi Leo Szilard) compresero che le reazioni di fissione rilasciavano ulteriori neutroni, con il risultato di potere originare una reazione nucleare a catena in grado di autoalimentarsi. Gli scienziati in molte nazioni (inclusi gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, la Germania e l'URSS) furono spronati dai risultati sperimentali a chiedere ai loro rispettivi governi un supporto alla ricerca sulla fissione nucleare.
Fermi, recatosi a Stoccolma nel 1938 per ritirare il premio
Nobel assegnatogli per la fisica, non rientrò in Italia a causa delle leggi
razziali (sua moglie era ebrea) ed emigrò negli Stati Uniti d'America, così
come gran parte delle personalità della fisica europea. A Chicago gli fu
affidata la direzione della realizzazione del primo reattore nucleare,
conosciuto come Chicago Pile-1, che entrò in funzione il 2 dicembre 1942.
Famosa rimane la frase in codice con la quale fu comunicata alle autorità il
successo dell'esperimento: «Il navigatore italiano ha raggiunto il nuovo mondo»
parafrasando la scoperta dell'America da parte di
Dopo la seconda guerra mondiale, il timore che la ricerca sui reattori nucleari potesse incoraggiare il rapido sviluppo di armi nucleari anche in funzione delle conoscenze accumulate, insieme all'opinione di molti scienziati che ritenevano occorresse un lungo periodo di sviluppo, crearono una situazione in cui la ricerca in questo settore fu tenuta sotto stretto controllo dai governi (celebre il carteggio tra Einstein e il presidente americano Roosvelt). Inizialmente la maggioranza delle ricerche sui reattori nucleari fu incentrata a fini puramente militari e per diversi anni a seguire le prime scoperte nel campo le applicazioni dell'energia atomica continuarono ad essere tali con la realizzazione di migliaia di testate atomiche in grado di alimentare quel timore costante di una guerra nucleare tra superpotenze mondiali che fu l'elemento base della successiva guerra fredda.
A scopi puramente civili invece l'elettricità venne prodotta per la prima volta da un reattore nucleare il 20 dicembre 1951, alla stazione sperimentale EBR-I (Experimental Breeder Reactor I) vicino ad Arco, che inizialmente produceva circa 100 kW (fu anche il primo reattore a subire un incidente di parziale fusione del nocciolo nel 1955). Nel 1953 un discorso del presidente Dwight Eisenhower, «Atomi per la pace», enfatizzò l'utilizzo dell'atomo per scopi civili e sostenne un piano politico per porre in primo piano gli Stati Uniti in un'ottica di sviluppo internazionale del nucleare. Nel 1954 Lewis Strauss, presidente della Atomic Energy Commission statunitense, in un convegno di scrittori scientifici sostenne: «Non è troppo aspettarsi che i nostri figli usufruiranno nelle loro case di energia elettrica troppo economica per poter essere misurata».[2]
una centrale nucleare emette piccole dosi di radioattività sotto forma di effluenti sia liquidi che gassosi, in particolare trizio, isotopi del cesio, del cobalto, del ferro, del radio e dello stronzio; tali emissioni perdurano anche a distanza di decenni dalla chiusura degli impianti in quantità che vanno dalle migliaia alle centinaia di milioni di becquerel.
Le centrali nucleari a fissione seguono oggi norme di sicurezza di livello molto elevato[33] e condensano un bagaglio tecnologico molto avanzato. Le centrali nucleari a fissione sebbene siano tra gli impianti più controllati hanno dato luogo a numerosi incidenti di varia gravità, alcuni anche famosi come ad esempio quello di Černobyl'.
Procedure e tecniche costruttive si sono affinate nel tempo anche al fine di contenere i rischi tipici di funzionamento, tali rischi, però, non potranno mai essere completamente annullati. Dal punto di vista tecnico, una centrale nucleare recente dispone di sistemi di protezione (ad esempio la caduta del nocciolo) e di verifica tali da poter mitigare, sebbene non annullare, gli inconvenienti, almeno quelli prevedibili.
La IAEA ha stabilito una scala (scala INES - International Nuclear Event Scale) di gravità degli eventi possibili in una centrale nucleare o in altra installazione, che si articola nei seguenti 8 livelli:
Livello 0 (deviazione): evento senza rilevanza sulla sicurezza.
Livello 1 (anomalia): evento che si differenzia dal normale regime operativo, che non coinvolge malfunzionamenti nei sistemi di sicurezza, né rilascio di contaminazione, né sovraesposizione degli addetti.
Livello 2 (guasto): evento che riguardi malfunzionamento delle apparecchiature di sicurezza, ma che lasci copertura di sicurezza sufficiente per malfunzionamenti successivi, o che risulti in esposizione di un lavoratore a dosi eccedenti i limiti e/o che porti alla presenza di radionuclidi in aree interne non progettate allo scopo, e che richieda azione correttiva.
esempio: l'evento di Civaux, Francia 1998 e di Forsmark, Svezia 2006
Livello 3 (guasto grave): un incidente sfiorato, in cui solo le difese più esterne sono rimaste operative, e/o rilascio esteso di radionuclidi all'interno dell'area calda, oppure effetti verificabili sugli addetti, o infine rilascio di radionuclidi tali che la dose critica cumulativa sia dell'ordine di decimi di mSv.
Livello 4 (incidente grave senza rischio esterno): evento causante danni gravi all'installazione (ad esempio fusione parziale del nucleo) e/o sovraesposizione di uno o più addetti che risulti in elevata probabilità di decesso, e/o rilascio di radionuclidi tali che la dose critica cumulativa sia dell'ordine di pochi mSv.
Livello 5 (incidente grave con rischio esterno): Evento causante danni gravi all'installazione e/o rilascio di radionuclidi con attività dell'ordine di centinaia di migliaia di TBq come 131I, e che possa sfociare nell'impiego di contromisure previste dai piani di emergenza.
esempio: l'incidente di Three Mile Island, USA (1979), l'incidente di Windscale in Gran Bretagna (1957) e Giappone (2011).
Livello 6 (incidente serio): evento causante un significativo rilascio di radionuclidi e che potrebbe richiedere l'impiego di contromisure, comunque meno rischioso dell'incidente di livello 7.
esempio: l'incidente di Kyshtym, URSS (1957)
Livello 7 (incidente molto grave): evento causante rilascio importante di radionuclidi, con estesi effetti sulla salute e sul territorio.
esempio: L'incidente di Chernobyl, URSS (1986)
I casi di incidenti gravi con estese contaminazioni esterne sono fortunatamente stati pochi; molto più numerosi e spesso poco noti sono gli incidenti con potenziale rischio esterno dovuti principalmente a errori umani e che sono stati confinati all'interno delle centrali grazie alle misure di sicurezza ed in qualche caso anche grazie alla fortuna, come nel caso di Browns Ferry in cui un gruppo di tecnici provocarono un incendio nel tentativo di riparare una perdita d'aria da un tubo[34]. Continui e molto frequenti sono gli eventi di livello 0 e 1, sia in occidente che nel resto del mondo e sono registrati sul sito dell'IAEA.
Impatto sulla sicurezza di un evento sismico[modifica]La sicurezza delle centrali rispetto ad eventi sismici è da sempre una preoccupazione concreta. Le centrali sono teoricamente progettate per resistere ai sismi, in particolare in Giappone, paese geologicamente instabile. Tuttavia, i danni alla moderna centrale di Kashiwazaki-Kariwa (2007) per un sisma di 6,8 sulla scala Richter e l'esplosione alla più vetusta centrale di Fukushima verificatasi il 12 marzo 2011 in seguito ad un sisma di magnitudo 9,0 con epicentro a 130 km di distanza, dimostrano che le caratteristiche di progetto non sempre riescono a garantire l'assenza di fughe radioattive in caso di eventi sismici particolarmente forti.[35]
Talvolta il progetto non tiene nemmeno conto di sismi di tale entità, per via dell'impossibilità tecnica od economica a far fronte a qualunque genere di sisma. Gli impianti giapponesi sono infatti progettati per resistere ad un sisma di magnitudo 8,5, ma l'impianto di Kashiwazaki-Kariwa ebbe problemi già con un sisma di grado 6,8. Il terremoto dell'11 marzo 2011 verificatosi in Giappone, (magnitudo 8,9) ha invece superato i limiti di progetto, con gravi conseguenze. In realtà tale affermazione non è completamente corretta in quanto l'epicentro si trova a circa 130 km dalla costa e quindi il terremoto è stato sulla costa molto meno forte di quanto lo è stato nell'epicentro. Le centrali EPR ipotizzate in Italia dovrebbero reggere ad un sisma di grado 7,1.[36]
Per quanto riguarda l'impatto ambientale in caso di incidente, un criterio fondamentale di radioprotezione è che maggiore è la distanza dal sito dell'incidente, minore è il rischio. Questo aspetto è stato tragicamente riscontrato con il Disastro di Černobyl' del 1986: benché la nube radioattiva abbia percorso praticamente tutta l'Europa con gravi conseguenze, va rilevato che le aree circostanti la centrale sono tuttora inadatte alla permanenza umana (fu evacuata un'area di circa 30 km di diametro), mentre così non è per il resto d'Europa.
Il motivo di questa differenza va ricercato nella tipologia di emissioni radioattive: gli elementi più pesanti ed a emivita lunga-lunghissima (uranio, plutonio...) tendono infatti a ricadere nelle immediate vicinanze di un impianto severamente danneggiato. Viceversa elementi altamente radioattivi ma leggeri ed a vita relativamente breve-brevissima (cesio, iodio ed in generale i prodotti di fissione) tendono a "volare" più facilmente e quindi coprire ampie distanze. Il tempo di permanenza "in volo" permette tuttavia ad una quota di radioattività di decadere, per cui maggiore è la distanza dal sito incidentato minore sarà l'impatto radioprotezionistico. Naturalmente anche le condizioni meteorologiche hanno una notevole importanza nel trasportare o far cadere al suolo gli elementi radioattivi. In considerazione di ciò, non è corretto affermare che la presenza di centrali nucleari oltreconfine (Francia, Svizzera) determini situazioni analoghe all'avere impianti sul territorio italiano: in genere l'area di maggior controllo in caso di incidente severo è stimata in 50–70 km dal sito, corretta in base alla situazione meteo.
Giappone,
esplosione in centrale nucleare:
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In ospedale tre persone contaminate. Il governo: situazione potenzialmente grave. I morti potrebbero essere 2.000. A Minamisanriku 9.500 dispersi. Ritrovati i quattro treni scomparsi
ROMA - Dopo il terremoto di magnitudo 8.9 e gli tsunami di
ieri, in Giappone è l'ora dell'incubo nucleare. Intanto il bilancio del sisma
supera la soglia dei mille morti: dopo che in mattinata si era parlato di
almeno 700 vittime e un numero imprecisato di dispersi, è stato annunciato il
rinvenimento di 300-400 cadaveri nel porto di Rikuzentakata
(nord est), travolto dallo tsunami seguito
al terremoto. Nel tardo pomeriggio l'agenzia Kyodo
ha portato a 1.700 il numero delle vittime. Ritrovati i quattro treni scomparsi
ieri. Un milione di persone sono senz'acqua, mentre sono 300mila gli sfollati.
Ci sono 9.500 persone disperse nel porto di Minamisanriku,
nella prefettura di Miyagi. il numero dei dispersi
rappresenta più della metà della popolazione totale della città. Minamisanriku si trova a circa 466 km a nord di Tokyo.
Secondo diversi media la città è stata letteralmente «spazzata via» dalla
tsunami.
A Fukushima la prima emergenza nucleare del
Giappone. Nella centrale nucleare di Fukushima,
dove era scattato il fermo automatico per 3 dei 6 reattori, si è verificata
un'esplosione, con rilascio di vapori nell'atmosfera. Un incidente classificato
al livello 4 della scala internazionale degli incidenti nucleari (che va da zero
a 7), cioè un evento con conseguenze locali. È la prima emergenza nucleare mai
dichiarata dal Giappone, ma fin dall'inizio gli esperti hanno escluso un'altra
Chernobyl.
Centrale di 50 anni fa. Il terremoto ha provocato il fermo automatico in
3 dei 6 reattori in funzione: una misura prevista in tutti gli impianti di
questo tipo, anche in quelli progettati mezzo secolo fa come Fukushima, una delle 55 del paese. È stato lo tsunami a
danneggiare i generatori diesel che alimentano il sistema di emergenza per la
refrigerazione dell'impianto. Per evitare che il calore di accumulasse,
l'azienda elettrica che gestisce la centrale, la Tepco (Tokyo Electric Power Company),
ha dato il via libera alla procedura di sicurezza: il rilascio controllato di
vapore nell'atmosfera. Evento che ha causato preoccupazione per la presenza di
materiale radioattivo nel fumo, ma il portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, ha affermato che il
livello era molto basso.
La tensione è salita per un'esplosione provocata dall'idrogeno reso
instabile dalla decompressione, che ha causato il crollo della struttura
esterna della centrale. Il reattore è protetto da una struttura di contenimento
a più strati anche in strutture così datate e fin dall'inizio è sembrata
improbabile una fuga radioattiva. Il portavoce del governo ha confermato che la
struttura di contenimento era intatta e che il reattore non era stato
danneggiato. Per affrontare il raffreddamento del reattore, la Tepco ha deciso di utilizzare l'acqua di mare, attuando una
procedura prevista in questi casi.
E' stato progressivamente esteso il raggio della zona da evacuare: dai 3
chilometri iniziali a 10 fino a 20, per un totale di decine di migliaia di
persone. Una misura cautelativa, come ha precisato l'Agenzia per la sicurezza
nucleare e industriale giapponese. Difficile stabilire il livello di
radioattività rilasciata nell'ambiente. Le stime sono provvisorie e
discordanti, ma secondo gli esperti è chiaro che anche i valori più alti sono
«milioni di volte inferiori» alla radioattività dell'incidente di Chernobyl.
Nella centrale sono stati comunque rilevati livelli di radioattività 1000
volte più alti della norma, all’interno della sala di controllo (le radiazioni
ricevute in una sola ora da una persona corrispondono cioè al limite di
radioattività che non deve essere oltrepassato in un anno). Nell’area esterna
si sono registrati, invece, livelli 8 volte superiori alla soglia critica.
La situazione alla centrale nucleare Fukushima I è
«potenzialmente molto grave», ha detto un portavoce del governo, che ha poi
esortato la popolazione a mantenere
Tre persone evacuate dalla zona sono state esposte a radiazioni. Lo riferisce
l'agenzia
Kyodo nel suo sito in inglese, precisando
che le autorità stanno ampliando la zona di esclusione attorno alla centrale. I
tre risiedevano in un raggio di poco superiore ai 3 chilometri dalla centrale,
e sono state portate in ospedale per accertamenti precauzionali. Secondo la
prefettura di Fukushima poichè
le radiazioni sono state rilevate sui loro vestiti, non vi sarebbe alcuna
necessità immediata di avviare le procedure di decontaminazione. Secondo
l'Organizzazione Mondiale della Sanita (Oms) il
rischio generale per la salute è «probabilmente piuttosto basso».
In serata l'Ente nipponico per la sicurezza nucleare e industriale ha
fatto sapere che il numero delle persone esposte alle radiazioni fuoriuscite
dalla centrale di Fukushima potrebbero potrebbe
oscillare tra i 70 e i 160.
La Tv: tappatevi in casa. La televisione pubblica Nhk
ha invitato coloro che abitano nelle zone vicine alla centrale nucleare di Fukushima, oltre la zona già evacuata, di tapparsi in casa
e chiudere le finestre. Secondo gli esperti, è necessario coprirsi naso e bocca
con asciugami bagnati e lavarsi le mani non appena rientrati in casa. La gente
deve inoltre evitare verdure, altri cibi freschi e acqua del rubinetto, prima
del via libera delle autorità.
Le autorità giapponesi si stanno organizzando per un'eventuale distribuzione
di iodio ai residenti nell'area delle centrali nucleari interessate dal
terremoto. Lo iodio è infatti una sostanza che si può utilizzare come
protezione in caso di esposizione a radioattività. Lo iodio può essere
utilizzato per proteggere dal tumore alla tiroide in caso di esposizione alla radiottività. Dopo il disastro di Cernobyl nel 1986 furono
migliaia i casi di tumore alla tiroide registrati tra bambini e adolescenti.
Il livello di radioattività attorno alla centrale di Fukushima
è diminuito nelle ultime ore. Lo ha reso noto stasera l'Aiea,
dopo avere ricevuto una comunicazione dalle autorità di Tokyo.
Sono almeno una ventina le scosse di magnitudo compresa tra 3 e 7 che
sono state registrate nelle ultime dieci ore in Giappone, tra quelle sulla
costa di nordest, già devastata ieri, e il nuovo fronte di Niigata-Nagano,
sulla parte occidentale, che si è aperto a sorpresa durante
Un disastro «senza precedenti» da superare «tutti insieme». Lo ha detto
il premier giapponese Naoto Kan,
in conferenza stampa, dopo aver questa mattina fatto un sopralluogo sui luoghi
distrutti dallo tsunami. «Il sisma ha causato uno tsunami più grande del
previsto».
Nucleare sicuro….
Lo
abbiamo visto in questi giorni, il maremoto ha prodotto danni inimmaginabili
nel Nord Est del Giappone. Diecimila morti, migliaia di feriti, danni
ambientali e più di due centrali nucleari a rischio…….ripetiamo bene, così
qualcuno capisce “Centrali Nucleari a Rischio!!”. I reattori per ora sono
sicuri, ma c’é chi parla di eccessivo livello di radiazioni e di fumi
minacciosi provenienti da una delle centrali….Si lancia l’allarme nucleare, si
parla di radiazioni, se i pericolo diveranno reali si
parlerà di una nuova Cernobyl…..
Tutto il mondo sa quali sono i pericoli che si corrono con il nucleare…ce n’é
solo uno che lo promuove come elemento fondamentale per l’energia del futuro,
quello Italiano. Gli “anzianotti” che investono nel nucleare sono i “politici”
nascosti nelle spa, gli stessi che bloccano gli incentivi per le fonti
rinnovabili a favore dell’” energia inquinante”. Gli stessi che vanno in tv a
dire che il nucleare é sicuro e che non si corre nessun rischio, pur sapendo
che le nostre centrali saranno più vecchie di qualsiasi altra al mondo….Gli
stessi che sapranno di guadagnarci un pacco di soldi per un’opera che
probabilmente rimarrà in disuso…Vorrei dire a questi personaggi: guardate il
Giappone ora e ditemi se il nucleare é sicuro, continuate a mentire al popolo
italiano. Negli anni 70 era già stato fatto un referendum per bloccare la costruzione
di centrali nucleari e oggi anziché darci l’alternativa ce le ripropongono…il
vero problema é che ai politici italiani interessa solo rubare, del futuro, del
presente e del passato non glie ne frega un cazz…
Non glie ne frega un cazzo se a rimetterci la vita sono i soldati italiani in afghanistan, se centinaia di ex militari sono morti a causa
dell’uranio impoverito, se la gente perde la casa per un terremoto, per
un’alluvione, per disocuppazione o per problemi
legati alla salute….a loro interessa solo rubare e a rimetterci sono tutti gli
altri. Cosi come non glie ne fregherà niente di sapere come andrà a finire la
storia del nucleare, l’importante é che si sappiano comprare un buon posto in
vaticano….
In un paese che é continuamento colpito da catastrofi
naturali, come alluvioni, terromoti, tempeste é
impensabile portare l’energia nucleare, quando é possibile sfruttare
facilmente l’energia del vento del sole e della terra.
Qualcuno parla di centrali nucleari francesi per fare un esempio di come il
nucleare può essere sicuro, ma la menzogna viene a galla
e la racconta report
L’undici marzo
scorso il Giappone è stato investito da uno spaventoso terremoto, una scossa di
magnitudo 8.9 della scala Richter ha fatto tremare la terra provocando
morte e distruzione. Come se non bastasse, dopo il terremoto una catastrofica
onda di tsunami ha travolto e distrutto interi villaggi.
Le immagini
diffuse danno l’idea della fine del mondo. Interi villaggi interamente
inghiottiti dall’acqua, gente che non riesce ad aggrapparsi a niente e che si
fa trascinare dall’acqua per andare a trovare la morte, centinaia di
cadaveri sparsi sulla spiaggia. Nonostante
questo scenario di morte e di disperazione la cosa che ancor di più fa tremare
i giapponesi e fa riflettere il resto del mondo è l’allarme nucleare. La terra ha tremato e la centrale nucleare di
Fukushima ha subito gravi danni, diverse
esplosioni e incendi. La forte
temperatura all’interno della centrale può provocare forti danni
ambientali e il pericolo di contaminazione radioattiva. Viene da chiedersi come mai il Giappone che
ha già vissuto l’esperienza della catastrofe nucleare abbia permesso la
costruzione di centrali nucleari nel proprio territorio. Come mai nessuno ha
pensato a smantellarle e sfruttare altre energie ad esempio le energie
rinnovabili quali energia solare ed eolica. Eppure già altre
centrali sono esplose provocando danni irreparabili, pensiamo alla
centrale nucleare di Chernobyl esplosa il 26 aprile del 1986 e alla nube
tossica che ha disseminato morte e provocato malattie. I danni di una
esplosione non si riparano nell’arco di mesi né di anni, restano a lungo
e chi ne paga maggiormente le conseguenze sono i bambini, quelli che già
ci sono e quelli che nasceranno perché le radiazioni fanno aumentare il rischi
di malformazioni fetali, eppure ….. si costruiscono a tutt’oggi centrali
nucleari e si progetta di costruirne in futuro.
I progettisti garantiscono sulla loro sicurezza dicono che ormai
le centrali di nuova generazione sono sicurissime, ma questa loro sicurezza non
conforta la popolazione che si sente lo stesso esposta a rischi enormi e
…… non giustificabili. diciamolo
chiaro: una centrale nucleare non è altro che
una bomba atomica usata per creare energia ma che può esplodere in qualsiasi
momento per un qualsiasi stupido motivo o anche un piccolo errore umano esempio
una piccola innocua e molto probabile dimenticanza. Viene da chiedersi: vale la pena sottoporsi a
questi rischi? Perché non sfruttare le risorse disponibili in natura e in
abbondanza per creare questa energia di cui non possiamo più fare a meno? E’ fuor di dubbio che l’energia deve essere
prodotta, ormai è vitale!, ma per farlo bisogna utilizzare sistemi sicuri, oggi
siamo nel 2011 e il progresso e la tecnica ci hanno dato tante
alternative, non ci resta che sfruttarle nel miglior modo. E’ inutile sottoporci a rischio di morte e
distruzione, questo dovrebbero capirlo i governanti di tutte le nazioni, è
logico cercare una alternativa e …. andare avanti! Sempre più avanti! Mai più questo deve accadere! Mai più
esplosioni che provocano morte, e per questo motivo non si devono più
costruire, in nessuna parte del mondo, centrali nucleari, non lo dobbiamo
permettere! dobbiamo, piuttosto smantellare quelle che già esistono e ……
sfruttare le energie rinnovabili.