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La Robinia pseudoacacia L. è una pianta della famiglia delle Fabaceae, originaria dell'America del Nord.
Indice ·
4 Usi
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Pianta con portamento arboreo
(altezza fino a 25 metri) o arbustivo; spesso ceduato, con
forte attività riproduttiva agamica, i polloni spuntano
sia dal colletto sia dalle radici.
Corteccia di colore marrone chiaro molto rugosa.
Foglie
imparipennate, lunghe fino a 30-35 cm con
11-21 foglioline ovate non dentate lunghe fino a 6 cm con apice esile. Aperte
di giorno mentre la notte tendono a sovrapporsi.
Fiori bianchi o
crema, lunghi circa 2 cm simili a quelli dei piselli,
riuniti in grappoli pendenti. Frutti a forma di baccello prima
verdi poi marroni lunghi circa 10 cm, deiscenti a maturità.
Presenza di numerose spine
lunghe e solide sui rami più giovani.
Fiori |
Sezione trasversale. Da notare come nella
robinia sia ben distinguibile l'alburno (chiaro) dal durame (scuro) |
Piantina di robinia di un mese |
La specie è originaria dell'America del Nord, precisamente della zona degli Appalachi, dove forma boschi puri. Fu importata in Europa nel 1601 da Jean Robin, botanico del re di Francia (all'epoca Enrico IV). È ora diffusa in gran parte dell'Europa centrale, dal sud dell'Inghilterra e della Svezia, fino alla Grecia, Spagna e perfino Cipro. Particolarmente diffusa però in Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Austria, Ungheria, Italia, Slovenia. Presente anche in Turchia e Israele, nonché in Australia e Nuova Zelanda.
Questa pianta in Europa è ormai ampiamente naturalizzata ma spesso ancora considerata una specie infestante a causa della sua velocità di crescita, soprattutto se ceduata: i ricacci (polloni), che fuoriescono sia dalla ceppaia che dal suo esteso apparato radicale, crescono molto velocemente e soffocano le piante di specie autoctone, soprattutto le querce, in quanto sono caratterizzate da una crescita più lenta. Inoltre, la sua estrema adattabilità la fa trovare a suo agio dai litorali ai 1000 metri di quota delle ombrose valli submontane. La conseguenza è la formazione di boschi con una ridotta varietà di specie arboree. La rapida diffusione di questa specie non è stata contrastata, anzi in passato la robinia è stata spesso diffusa dall'Uomo perché molto apprezzata per i suoi numerosi vantaggi.
Oggi la robinia è presente praticamente in tutta Italia, con particolare riferimento al Piemonte (dove i boschi puri e misti di robinia coprono una superficie di circa 85.000 ha) alla Lombardia, al Veneto e alla Toscana (ove si trovano cedui molto produttivi). Viene diffusamente coltivata in piantagioni da legno in vari paesi europei (Ungheria - 270.000 ha; Francia – 100.000 ha) ed extraeuropei (Cina – 1 milione di ha; Corea del Sud –270.000 ha). È diffusa anche in Africa.
Per ridurre la diffusione della robinia all'interno dei boschi nei quali si è insediata, è necessario lasciare invecchiare le piante, in quanto la relativamente modesta longevità della specie determina un deperimento relativamente precoce delle piante. È da evitare il taglio dei polloni in quanto ciò non farebbe che rinvigorire le piante.
La robinia pseudoacacia è una pianta
eliofila, che non si rinnova facilmente sotto parziale copertura, trova
l’ottimo nei suoli sciolti e ben drenati, anche poveri di nutrienti ed a
reazione subacida, mal si adatta ai terreni molto argillosi. In
Italia è presente dal livello del mare fino a circa 1000 m di quota nel centro nord e fino a 1600
m nel meridione.
Come tutte le leguminose,
è in simbiosi radicale con microrganismi
azotofissatori e quindi può arricchire il suolo di azoto. Nel complesso,
la robinia è una specie pioniera, che però (almeno al di fuori del suo areale di
vegetazione naturale) presenta una limitata longevità (60-70 anni) e quindi
nelle zone più fertili è specie transitoria che può essere gradualmente
sostituita da altre specie più longeve.