Mosaici

 

 

 

 

 

 

 

Alcuni mosaici nella mostra di Ravenna:

 

 

Volo di colombe; - marmi, smalti

Galoppo di cavalli" - marmi

 

 

 

 

Alcuni mosaici Antichi riservati a Ravenna:

ingrandisci     ingrandisci    ingrandisci   ingrandisci   ingrandisci

 

                                             I MOSAICI DI RAVENNA

 

 

Quasi un capitolo a sé costituisce la copiosa produzione musiva dell'area ravennate. Essa si sviluppò fra il V ed il VI secolo realizzando l'incontro fra arte paleocristiana e mondo bizantino.
Le raffigurazioni che troviamo nei monumenti di quest'area assumono ancora tratti realistici nelle opere più antiche (mausoleo di Galla Placidia, Battistero Neoniano); perdono profondità e brillano di contrasti di colori accesi su sfondi di solito monocromatici (per lo più oro) le raffigurazioni successive (Battistero degli Ariani, S. Apollinare Nuovo).
La particolare espressività delle figure, l'uso di tecniche cromatiche che rifuggono dal disegno marcato dei contorni basandosi soprattutto sui contrasti fanno pensare all'influsso di nuovi Maestri di chiara ispirazione bizantina.
Bizantino è quel senso di serenità e di contemplazione che si diffonde su tutte le figure di S. Vitale e parimenti espressivi, anche se di mano certamente diversa, sono i mosaici di
S. Apollinare in Classe.

 

 

 

Ravenna è indiscutibilmente celebre in tutto il mondo per i suoi mosaici che sono in gran parte l’eredità della gloria bizantina di cui la città è stata capitale, e questa eccellenza è dovuta al fatto che in essa si conserva il più ricco patrimonio mondiale di mosaici antichi dei secoli V° e VI°, superiore, per qualità artistica ed importanza iconologica, a quello di tutte le città del mondo antico e classico, sia in oriente (Costantinopoli, Antiochia, Gerusalemme, Alessandria), sia in occidente (Roma, Milano, Aquileia, Treviri, Colonia).

La magnificenza di quel periodo è tutta racchiusa nella luce di quelle piccole tessere vetrose che impreziosiscono i suoi monumenti più importanti. L’arte del mosaico ravennate si traduce nella sua concretezza nella presenza di numerose botteghe artigianali, di cui il centro cittadino è pieno, che sono promotori di attività artistiche che vanno dall’architettura all’arte moderna, sulla base di una lunga esperienza maturata in fatto di restauro e conservazione di mosaici antichi.


Ben otto dei suoi monumenti sono stati dichiarati dall'Unesco “patrimonio dell'umanità” per la suprema maestria artistica dell'arte del mosaico, un patrimonio di 1500 anni di storia. E non si può lasciare
Ravenna senza aver visto almeno i suoi monumenti più importanti.

La Basilica di San Vitale del VI secolo, con i due grandi mosaici che rappresentano Giustiniano e Teodora; il Mausoleo di Galla Placidia, del V secolo, con la volta mosaicata di blu; i famosi Battisteri, quello Neoniano e quello degli Ariani; la Cappella Arcivescovile dove i mosaici riproducono la fauna delle pinete ravennati.

Due sono le basiliche dedicate a Sant'Apollinare, patrono della città, una in centro,Sant'Apollinare Nuovo con la stupenda teoria delle Vergini e dei Martiri, e a pochi chilometri Sant'Apollinare in Classe con il magnifico catino absidale; entrambe le basiliche hanno un campanile cilindrico (X-XI secolo) alto circa 40 metri.

Maestoso è anche il Mausoleo di Teodorico fatto costruire dal re goto nel 520 d.C. Da segnalare la zona dantesca che comprende la Chiesa di San Francesco e la Tomba di Dante Alighieri.A Ravenna è tuttora vivissima l'arte del mosaico, nei mercatini, nei negozi e nelle gallerie si possono acquistare mosaici moderni originali, o riproduzioni di mosaici antichi

 

 

 

 

Mosaici greci e romani

 

I mosaici più antichi conosciuti sono stati scoperti nelle regioni greche dell' Eubea e della Macedonia (Olinto, Pella) e risalgono alla seconda metà del IV secolo a.C.

Sono realizzati
con piccoli ciottoli e talvolta presentano sottili lamine di piombo che delimitano le figure. L'accuratezza e la qualità artistica della realizzazione, testimoniano già un alto grado di specializzazione.

 

"Caccia al leone" IV secolo a.C.
"Caccia al leone"  IV secolo a.C.
Pella (Macedonia)

 

Casa del Fauno a Pompei
"Battaglia di Alessandro dalla Casa del Fauno" a Pompei

In età ellenistica, esempi di mosaici composti di tessere, si trovano a Delo e ad Alessandria.
Fu proprio ad Alessandria che si sviluppò la tecnica del "vermicolato". Una tecnica attraverso la quale, tessere molto piccole vengono accostate fittamente allo scopo di ottenere straordinari effetti pittorici.
Ne abbiamo un meraviglioso esempio nel grande mosaico della "Battaglia di Alessandro dalla Casa del Fauno" a Pompei (vedi immagine), opera di artisti alessandrini.

 

In età romana, il mosaico venne impiegato sempre più frequentemente per la decorazione di pavimenti, anche nelle abitazioni private. Nelle varie province sotto il dominio romano, esistevano scuole di mosaico regionali caratterizzate da repertori decorativi e cromatici specifici.
Nelle Gallie, ad esempio, si producevano principalmente mosaici geometrici, mentre nell'Africa settentrionale si imposero i mosaici figurativi. Di gran lusso e molto costosi, erano i pavimenti in commessi di marmo (sectilia), destinati alle residenze imperiali e ai più importanti edifici pubblici, come i palazzi imperiali del Palatino a Roma e la Villa Adriana di Tivoli.

Putti su mostri marini
"Putti su mostri marini" III sec
Terme di Caracalla Roma

 

Tra il IV-V secolo, si afferma uno stile “espressionista” con figure dai precisi contorni e nette campiture cromatiche.
Seguendo questo stile, alcune grandi ville romane vennero decorate da vastissimi complessi musivi policromi, come i mosaici di Piazza Armerina, del IV sec. d.C (vedi immagini).

 

Piazza Armerina, del IV sec. d.C

Piazza Armerina, del IV sec. d.C

 

 

 

Mosaici nell'arte cristiana

 

Anche nell'arte cristiana l'impiego del mosaico conobbe grande successo. A partire dal IV secolo si edificarono chiese decorate a mosaico soprattutto a Roma, a Milano e a Ravenna. Si eseguirono decorazioni di absidi, presbiteri e cappelle con cicli figurativi a soggetto biblico.
In architettura, l'interno del luogo di culto colpisce per la ricchezza delle decorazioni. Nelle prime basiliche cristiane, il mezzo espressivo privilegiato non sarà più la pittura con i suoi effetti chiaroscurali, ma il mosaico: si afferma progressivamente uno stile “espressionista”, con figure nettamente delineate e volutamente bidimensionali, ed un uso del colore a grandi campiture.

Ospitalità di Abramo; VI sec.; Ravenna, S. Vitale
Ospitalità di Abramo; VI sec.; Ravenna, S. Vitale

Cristo Pantocratore; VI sec.; Ravenna, S. Vitale
Cristo Pantocratore; VI sec.; Ravenna, S. Vitale

Mosaici bizantini

 

L'arte musiva conobbe un grandissimo sviluppo nell'impero bizantino: gli esempi più antichi risalgono al V e VI secolo e sono stati rinvenuti in città anche molto distanti da Costantinopoli. Purtroppo, i cicli musivi della capitale imperiale sono andati quasi completamente perduti. I mosaici più famosi giunti fino a noi sono senza dubbio quelli di Ravenna, tra cui i cicli del mausoleo di Galla Placidia e del Battistero degli Ariani, entrambi del V secolo, e i preziosissimi mosaici della chiesa di San Vitale, realizzati intorno al 547.

Colombe; V sec. Ravenna, Mausoleo di Galla Placidia
Colombe; V sec. Ravenna, Mausoleo di Galla Placidia

Mausoleo di Galla Placidia
Mausoleo di Galla Placidia

 

L'influenza di Bisanzio si fece sentire soprattutto a Venezia, dove l'arte musiva trovò la sua massima espressione nelle chiese di Santa Margherita, San Teodoro, e soprattutto, nella basilica di San Marco (il cui interno è interamente rivestito di mosaici risalenti a periodi diversi).
La fiorente produzione veneziana è testimoniata dalla presenza in città, oltre che di vere e proprie botteghe di mosaicisti, anche di maestri vetrai specializzati nella fabbricazione di tessere. I capolavori veneziani risalgono soprattutto ai secoli XII e XIII, quando furono eseguiti la maggior parte dei mosaici della basilica e quelli del duomo di Torcello.
La maniera bizantina si impose decisamente con l'immigrazione di maestranze da Costantinopoli. Nello stesso tempo, molti artisti veneziani si trasferirono a Roma. Così, anche molte chiese romane furono decorate a mosaico: le più note sono Santa Maria in Trastevere (1130-1143), San Paolo fuori le Mura (1218), San Giovanni in Laterano (1291) e Santa Maria Maggiore (1295).

Basilica di San Marco
Basilica di San Marco

Santa Maria in Trastevere (1130-1143)
Santa Maria in Trastevere (1130-1143)

 

 

 

Mosaici durante il rinascimento

 

Durante il Rinascimento, nonostante fossero rimaste attive intere famiglie di mosaicisti (ad esempio gli Zuccato e i Bianchini) e laboratori specialisti, nel Seicento e nel Settecento si affermò l'idea del mosaico come mera riproduzione meccanica della pittura, determinando così la decadenza di questa forma artistica nella città lagunare.
A Roma
due episodi di rilievo nel campo dell'arte musiva, furono la decorazione della chiesa di Santa Maria del Popolo, basata su cartoni di Raffaello, e l'esecuzione delle pale dell' altare di San Pietro. Solo nell'Ottocento si assistette a una rinascita dell' interesse verso questa tecnica artistica, con l'istituzione dello Studio Vaticano, il cui laboratorio di restauro ispirò iniziative simili anche a Parigi, a Londra e a San Pietroburgo.

La trasfigurazione di Cristo (da Raffaello);
La trasfigurazione di Cristo (da Raffaello);
1759-1767; Roma, basilica di S. Pietro in Vaticano

Cartone di S. Monosilio.

 

 

Mosaico moderno

 

Antoni Gaudì; Parco Güell; 1905-1914; Barcellona
Antoni Gaudì; Parco Güell; 1905-1914; Barcellona

Alla fine del XIX secolo, il mosaico, dopo un lungo periodo durante il quale viene soppiantato dalla pittura, riconquista importanza.
Nei movimenti di rinnovamento artistico (Divisionismo, Art Nouveau, Liberty, Futurismo e Cubismo) che irrompono sulla scena artistica europea, il mosaico trova un valido strumento d'espressione e di ispirazione. E' all'inizio del ‘900, che nascono in Italia le due importanti scuole di Spilimbergo e di Ravenna.