La definizione di repubbliche marinare, nata nel 1800, si riferisce ad alcune città costiere, soprattutto italiane, che nel Medioevo, dopo il X secolo, godettero di un'autonomia politica basata su una prosperità economica dovuta alle loro attività marittime. Dal secondo dopoguerra la definizione è in genere riferita in particolare alle quattro città italiane i cui stemmi sono riportati nella bandiera della Marina Militare: Amalfi, Genova, Pisa e Venezia. La bandiera della marina si fregia degli stemmi di queste quattro città dal 1941; è dal quel momento si cominciò a parlare di quattro repubbliche marinare. |
In realtà, una città può essere annoverata tra le repubbliche marinare quando possedeva le seguenti caratteristiche: godere di indipendenza (governo autonomo sotto forma di repubblica oligarchica), avere una propria moneta accettata in tutto il Mediterraneo, aver partecipato alle crociate, possedere una flotta di navi, avere fondaci, "consoli delle nationes" che ne curassero gli interessi commerciali nei porti mediterranei. Fra le repubbliche marinare si possono quindi ricordare anche Ancona, Gaeta, la repubblica dalmata di Ragusa, Trani e Noli. In alcuni momenti storici esse ebbero un'importanza non secondaria rispetto ad alcune delle quattro più note.
La principale repubblica marinara fu senz'altro la Repubblica di Venezia, che nel momento della sua massima espansione territoriale era riuscita a conquistare gran parte dell'Italia del Nord-Est, arrivando a pochi chilometri da Milano, oltre all'Istria, l'intera Dalmazia (Ragusa per centocinquant'anni), e vaste regioni della Grecia: le isole Ionie, la Morea (attuale Peloponneso, anche se solo temporaneamente) e le isole di Creta e di Cipro, oltre a diverse isole dell'Egeo.
L'unica a poter rivaleggiare con Venezia fu la Repubblica di Genova, detta La Superba o La Dominante dei Mari: se Venezia controllava il commercio nel Mediterraneo Orientale, Genova oltre ad una presenza significativa in Oriente e nel Mar Nero, aveva il monopolio dei commerci nel Mediterraneo Occidentale; notevole la sua massima espansione territoriale, che oltre alla Liguria e alcune zone limitrofe (come l'Oltregiogo), giunse a comprendere Corsica, Sardegna, Crimea, Tabarca in Tunisia, Cipro, Creta (anche se solo temporaneamente) e diverse altre isole dell'Egeo, compresi importanti insediamenti nell'Impero bizantino, come il quartiere di Galata di Costantinopoli.
Pisa ebbe una notevole importanza, anche per le conquiste territoriali che nel momento della sua massima espansione comprendevano la Sardegna, la Corsica e le Baleari; era attiva soprattutto in Occidente; la rivalità con Genova e le guerre con Firenze le furono fatali.
Amalfi ebbe una storia gloriosa e precoce di potenza marittima, e le navi amalfitane battevano i mari insieme a quelle veneziane quando le altre repubbliche non esistevano neanche. La città campana non occupò mai vasti territori. Se la sua storia di indipendenza e di navigazione iniziò molto presto, nanche la decadenza arrivò presto, a causa dell'arrivo dei Normanni nel Meridione e per la rivalità di Pisa e Genova.
Le repubbliche adriatiche di Ancona e quella di Ragusa, sempre alleate per resistere a Venezia, ebbero una naturale vocazione per la navigazione in Oriente, e non si espansero mai in modo significativo nell'entroterra, concentrando tutte le loro forze nelle attività marinare. Dovettero combattere a lungo con Venezia e il loro periodo di massimo splendore fu tra il Trecento e Cinquecento.
Le repubbliche marinare sono importanti non solo per la storia della navigazione e del commercio: nei loro porti non arrivano solo preziose merci altrimenti introvabili in Europa, ma anche nuove idee artistiche e notizie su paesi lontani. Lo spirito di avventura dei navigatori di queste città è sempre stata una gloria per l'Italia, sebbene offuscata dalla rivalità commerciale che le metteva l'una contro l'altra.
Amalfi, forse quella delle repubbliche marinare che raggiunse per prima un'importanza di primo piano, aveva sviluppato intensi scambi con Bisanzio e con l'Egitto. I mercanti amalfitani sottrassero agli Arabi il monopolio dei commerci mediterranei e fondarono nel X secolo basi mercantili nell'Italia meridionale ed in Medio Oriente.
Tra le testimonianze più importanti della grandezza di Amalfi, sono le Tavole Amalfitane, un codice che raccoglieva le norme del diritto marittimo rimasto valido per tutto il medioevo.
Per lungo tempo, sulla base di un'erronea tradizione, ad Amalfi è stata attribuita l'invenzione della bussola.
Amalfi nel 1137 fu saccheggiata dai Pisani, in un momento in cui era indebolita da catastrofi naturali (gravi inondazioni) e dall'annessione al regno normanno. Dopo la conquista da parte dei Normanni, iniziò una rapida decadenza e venne sostituita nel suo ruolo di principale polo mercantile campano da Napoli.
Nel 1016 Pisa e Genova, tra loro alleate, sconfissero i Saraceni conquistando la Corsica e la Sardegna, oltre ad acquisire il controllo del Tirreno. Un secolo dopo liberarono le Baleari e questa spedizione fu celebrata nel "Gesta Triumphalia per pisanos" e in un poema epico il "Liber Maiorichinus" composti negli anni 1113-1115.
Pisa, che a quel tempo si affacciava sul mare, alla foce dell'Arno, raggiunse l'apice dello splendore tra il XII e il XIII secolo, quando le sue navi controllavano il Mediterraneo occidentale.
La rivalità tra Pisa e Genova si acuì nel XIII secolo e sfociò nella battaglia navale della Meloria (1284), che segnò l'inizio del declino della potenza pisana, con la rinuncia di Pisa a ogni pretesa sulla Corsica e con la cessione a Genova di una parte della Sardegna (1299). Inoltre, dal 1324, iniziò la conquista aragonese della Sardegna, che privò la città toscana del dominio sui giudicati di Cagliari e di Gallura. Dal punto di vista territoriale Pisa mantenne la sua indipendenza ed in sostanza il dominio della costa toscana fino al 1409, quando venne annessa da Firenze.
Bandiera della Repubblica di Genova
Genova era risorta agli albori del X secolo, quando - dopo la distruzione della città per mano saracena - i suoi abitanti ripresero la via del mare. L'importanza della sua flotta le guadagnò il riconoscimento, da parte del sacro romano imperatore, delle rivendicazioni autonomiste in materia legislativo-consuetudinaria ed economica.
L'alleanza con Pisa consentì la liberazione del settore occidentale del Mediterraneo dai pirati saraceni, con la riconquista di Corsica, Sardegna, Isole Baleari e Provenza.
La costituzione della "Compagna Communis", riunione di tutti i consorzi commerciali della città (chiamati appunto Compagne), cui aderirono anche i nobili feudatari delle valli limitrofe e delle riviere, sancì definitivamente la nascita del governo genovese.
Le fortune del comune aumentarono notevolmente grazie all'adesione alla prima crociata: la loro partecipazione procurò l'acquisizione di grandi privilegi per le comunità genovesi trasferitesi in molte località della Terra Santa. L'apice della fortuna genovese si ebbe nel XIII secolo con la stipula del Trattato di Ninfeo (1261) con l'imperatore bizantino Michele VIII Paleologo, che, in cambio dell'aiuto alla riconquista bizantina di Costantinopoli, estrometteva di fatto i Veneziani dagli stretti che conducono al Mar Nero, che in breve divenne un mare genovese. Poco dopo venne definitivamente sconfitta Pisa nella battaglia della Meloria, nel 1284.
Nel 1298, i Genovesi sconfissero inoltre la flotta veneziana presso l'isola dalmata di Curzola: durante lo scontro venne fatto prigioniero lo stesso doge veneziano e Marco Polo, il quale durante la prigionia a palazzo San Giorgio dettò a Rustichello da Pisa, suo compagno di cella, il racconto dei suoi viaggi. Il dominio dei mari rimase appannaggio di Genova per circa settant'anni, fino al secondo ed ultimo grande conflitto con Venezia, la guerra di Chioggia del 1379, conclusosi con la vittoria dei veneziani, che riconquistarono definitivamente il dominio sui commerci per l'oriente.
Dopo la triste parentesi quattrocentesca, segnata da pestilenze e dominazioni straniere, la città visse il suo momento di massimo fulgore dopo la riconquista dell'autogoverno per mano di Andrea Doria nel 1528, infatti per tutto il secolo seguente Genova si segnalò quale principale finanziatrice della monarchia spagnola, ricavandone enormi profitti, che permisero alla vecchia classe patrizia di mantenere ancora per un certo periodo una sostanziale vitalità. La Repubblica comunque risultava indipendente solo de iure, perché di fatto si trovava spesso sotto l'influenza delle principali potenze vicine, prima i francesi e gli spagnoli, poi gli austriaci ed i Savoia; la repubblica infine venne sottomessa dall'ondata napoleonica nel 1805 ed annessa al Regno di Sardegna nel 1815 che ne affossò definitivamente l'economia e provocò l'emigrazione delle migliori maestranze e di gran parte della popolazione rurale verso le Americhe.
La potenza di Venezia, detta anche la Serenissima, nacque dallo sviluppo dei rapporti commerciali con l'Impero Bizantino, di cui formalmente fece inizialmente parte, pur nell'ambito di una sostanziale indipendenza. Venezia rimase anche in seguito alleata a Bisanzio nella lotta contro Arabi e Normanni.
Intorno all'anno mille cominciò la sua espansione nell'Adriatico, sconfiggendo i pirati che occupavano le coste dell'Istria e della Dalmazia ponendo la regione e le sue principali città sotto il suo dominio.
All'inizio del Duecento raggiunse il culmine della propria potenza, dominando i traffici commerciali nel Mediterraneo e con l'Oriente.
Durante la quarta crociata (1202-1204) la sua flotta fu determinante nell'acquisizione del possesso delle isole e delle località marittime commercialmente più importanti dell'impero bizantino. La conquista degli importanti porti di Corfù (1207) e Creta (1209) le garantì un commercio che si estendeva a Levante, e raggiungeva la Siria e l'Egitto, punti terminali dei flussi mercantili. Alla fine del XIV secolo, Venezia era divenuta uno degli stati più ricchi d'Europa.
Il suo dominio nel Mediterraneo orientale nei secoli successivi fu minacciato e compromesso dall'espansione dell'Impero Ottomano in quelle aree, nonostante la grande vittoria navale nella battaglia di Lepanto del 1571 contro la flotta turca, combattuta insieme alla Lega Santa.
La Serenissima Repubblica di Venezia ebbe forte espansione anche sulla terraferma, diventando la più estesa delle repubbliche marinare e fu il regno più potente del nord Italia fino al 1797, quando Napoleone invase la laguna veneta e conquistò Venezia. Dopo la caduta della Repubblica Cisalpina, Venezia tornò indipendente, ma era ormai ridotta a una piccola città - stato. Il maggior consiglio decretò lo scioglimento dei moltissimi organi che amministravano la repubblica e fu costretto a mettere a capo della città un duca cadetto degli Asburgo. Venezia cadde definitivamente nel 1848 quando il generale Radetzky la unì al regno Lombardo Veneto, controllato dall'Austria, di cui era capitale Milano. In quest'occasione venne sciolta l'ultima magistratura veneziana, la serenissima signoria, e Venezia rimase all'Austria fino al 1866, quando il Veneto passò nel Regno d'Italia.
1130 dC - Amalfi cadeva per la prima volta, conquistata dai Normanni il 1130, poi dai Pisani completamente distrutta verso la fine del secolo XII. Ma lasciava quali splendidi monumenti di sua gloria mercantile le Tavole Amalfitane, che formano nell'ordine del tempo il primo codice marittimo che si conosca ; e quel potente ausiliare della navigazione che un cittadino d'Amalfi aveva inventato nella bussola nautica.
1570 - Amalfi. , città dell' antica Lucania , oggidì Provincia di Salerno, ebbe pure delle proprie Leggi marittime . L' estesissimo , e florido commercio, ch' essa esercitava, non può a meno di averle dettati dei Regolamenti su questo proposito , ed infatti Martino Freccia, scrittore del 1570. ci dà favorevole contezza della Giurisprudenza navale chiamata la Tavola Amalfitana , di cui per altro ci tace 1 ' epoca, e le Leggi in essa contenute .
Tradizione
marinara
Amalfi nasce nel IV sec d.C.
come colonia romana, anticamente Melphe. Conosce un periodo di splendore come
Repubblica Marinara tra l'VIII e l'XI sec, capace di competere con Pisa e
Genova. Amalfi inventa un proprio
diritto nautico:
la Tavola
Amalfitana, 66
codici per regolarsi tra barche e onde.
Una delle quattro repubbliche marinare, ebbe una prosperità
dal 839 in quanto iniziavano i rapporti diplomatici e la rivalità con Pisa,
Genova e Venezia.
La città aveva una propria moneta: il Tarì.
I mercanti amalfitani commerciavano con le città più importanti del
Mediterraneo.
Centro cosmopolita.
Il codice di diritto marittimo noto
come Tavola amalfitana risale a questo periodo.
L' amalfitano Flavio
Gioia perfezionò la bussola.
Nel 1071 fu
deposto dai normanni l' ultimo Duca e, a causa dei disordini che ne seguirono,
tra il 1135 ed il 1137 i Pisani saccheggiarono e distrussero le fortificazioni
lungo la costa.
Negli anni
successivi, la città passò dai Sanseverino, ai Colonna agli Orsini ed infine ai
Piccolomini.
Nel 1643 la
peste decima la popolazione.
Con l'abbandono
dei nobili verso napoli ed altre mete, la città rimane pressochè disabitata
facendo però anche crescere nuove forme di attività, come i costruttori di
chiodi (i centrellari), i corallari, orafi e fabbri.
La strada
costiera viene costruita da Giuseppe Bonaparte, rimasto abbagliato dalla
bellezza della costiera: venne inaugurata da Ferdinando II nel 1854.
Fra gli illustri
ospiti citiamo Erik Ibsen (completò Casa di Bambole), Richard Wagner, Mauritius
Cornelius Escher.