I pochi fossili disponibili dicono che i Cetacei discendono da mammiferi terrestri: si sono evoluti in acquatici e hanno perso i peli, ma respirano aria con i polmoni, partoriscono i piccoli e li allattano. Le loro narici (dette "sfiatatoi") sono sulla sommità del capo per poter espirare ed inspirare senza interrompere il nuoto. Il corpo è affusolato: organi riproduttori, ghiandole mammarie e orecchie sono all’interno. La coda, forte e muscolosa, ha due lobi orizzontali (nei pesci sono verticali), gli arti anteriori si sono trasformati in pinne che servono a virare e a stabilizzare l’animale.
Balene e balenottere si nutrono di piccoli pesci e crostacei, e specialmente del "krill", gamberetti del genere Euphasia, che si trovano in enormi quantità negli oceani Artico e Antartico. Le balene si cibano anche di alcuni organismi nocivi per l’essere umano liberandoci così da altre eventuali malattie.
I balenieri
commerciali hanno sfruttato quasi tutti i grandi Cetacei, portandone alcune
specie e molte popolazioni vicino all’estinzione, soprattutto dopo l’adozione
dell’arpione esplosivo sparato dal cannoncino (a partire dal 1864) e delle navi
"fabbrica" (impropriamente dette navi "fattoria"
dall’inglese factory ships). Malgrado ciò, il
commercio internazionale dei prodotti di balena, che era enorme, anche se è ora
molto diminuito, non è cessato del tutto. Eppure esistono oggi sostituti
naturali e sintetici di tutti i prodotti dei grandi cetacei, a prezzi
competitivi.
La caccia ai grandi cetacei è regolamentata dalla
Commissione Baleniera Internazionale (IWC o International Whaling Commission)
costituita nel 1946 dagli stati che praticavano la caccia, e comprendente oggi
i delegati di una quarantina di nazioni: oltre 15.000 balene sono state
catturate in base ad esenzioni legali dalla moratoria, fra cui i pretesi scopi di "ricerca scientifica". Altre
2.000 balene sono state uccise con le quote di caccia "tradizionali e di sussistenza" concesse ad alcune popolazioni aborigene
(es. eschimesi).
La balena è un animale
prezioso. Commercialmente parlando, s’intende. E’ per questo che rischia
l’estinzione. Sterminati dalle baleniere per tutto l’800 e metà del ‘900,
avvelenati dall’inquinamento marino, straziati dalle eliche delle navi e dalle
reti da pesca “killer”. I poveri cetacei non riescono a trovare un attimo di
pace, eppure c’è qualcuno che insiste ad accanirsi su di loro, considerandoli
non meravigliosi e intelligentissimi esseri viventi, ma miniere d’oro da
sfruttare fino al limite del possibile; fino a quando, cioè, non esisteranno
più.
una
balena vale infinitamente di più da viva che da morta.
Oltretutto,
mangiare carne di balena non sarebbe tanto salutare. Le carni dei cetacei
risultano spesso contaminate da inquinanti letali. Ma questo non sembra essere
un problema che preoccupa gli amanti della “bistecca di balena”. Tanto che
alcuni ristoratori giapponesi hanno chiesto di poter utilizzare anche la carne
delle carogne delle balene spiaggiate. Una vera e
propria aberrazione, per la morale e per la salute.
Balene islandesi “caccia e getta”
Si
è scoperto che 179 tonnellate di carne di balenottera comune – pari al peso di
tre o quattro esemplari – marciscono in discarica; altre 200 tonnellate
giacciono invendute nei frigoriferi, e attendono di essere sottoposte a test
chimici: a causa del mare inquinato, non sarebbero adatte al consumo umano. Le
Balene d’Islanda sono le vittime numero 1 alla fiera
della balena.
E’ importante che
dopo le nostre azioni numerosi governi chiedano al
Giappone di fermare la caccia illegale alle balene nel Santuario dell’Oceano
meridionale. Questa è solo la punta dell'iceberg della distruzione di un
ecosistema. Un respiro su due che facciamo lo dobbiamo agli oceani che danno al
pianeta metà dell'ossigeno
Luce
La quantità e qualità della luce che penetra in
mare influenzano l’intero ecosistema. |
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