PASSATO:

La danza è probabilmente la rima forma d’espressione che l’uomo abbia sperimentato.

Per gli uomini primitivi la danza era un rito per entrare in contatto con le divinità e chiedergli protezione e benevolenza.

Un esempio è la Danza della pioggia, una danza cerimoniale che viene effettuata per invocare la pioggia ed ottenere la protezione dei raccolti.

Vari tipi di danza della pioggia possono essere trovate in diverse culture, dall'Antico Egitto fino, a quelle più note, di alcune tribù dei Nativi americani degli Stati Uniti. Danze della pioggia potevano essere trovate anche nei Balcani, in balli rituali chiamati Paparuda, tipica della tradizione dei romeni, o in alcune culture slave dove esistevano balli dedicati alla dea Perperuna.

Alcune tribù del nord America, come i Cherokee, effettuavano la danza della pioggia con l'intento duplice di ottenere la caduta della pioggia e per ottenere una sorta di purificazione della terra dagli spiriti maligni. La tradizione vuole infatti che la pioggia contenga gli spiriti dei valorosi combattenti morti in passato durante le battaglie.

 

Secondo la religione cattolica era una danza peccaminosa, perché metteva troppo in evidenza il corpo perciò venne allontanata dal rito religioso anche continuò ad essere effettuata da artisti girovaghi, mimi e saltimbanchi.

             

                      artisti girovaghi                               mimi                                            saltimbanchi

ANTICA GRECIA:

La danza accompagna la storia della civiltà umana a partire dall'epoca preistorica fino al consolidamento delle prime civiltà stanziali acquistando un ruolo rilevante soprattutto in Grecia. Qui si svilupparono numerose tipologie di danze, classificate dagli storici in tre categorie:

In principio la danza pirrica si effettuava per chiedere agli Dei favori nella battaglia imminente o per ringraziarli della vittoria. veniva eseguita da giovani, sia individualmente che in gruppo, con armi e armature, che simulavano le posizioni di attacco e di difesa, accompagnati dalla musica del flauto suonato dalle donne che salutavano mariti e figli o esultavano con loro. Questa danza aveva però anche lo scopo di esercitare i combattenti aumentandone l'agilità prima della battaglia stessa in cui dovevano confrontarsi con il nemico. Il capo dei guerrieri era infatti anche il capo dei danzatori.
Più tardi divenne una pantomima di imitazione del combattimento, più vicina a una forma di spettacolo. Platone nelle Leggi descrive questa danza come una mimica guerriera che rappresenta i differenti momenti del combattimento; iniziava con alcune parate eseguite sia tornando indietro lateralmente, sia indietreggiando, sia saltando, sia abbassandosi. Era eseguita sia da danzatori singoli, sia da due danzatori che si opponevano l'uno all'altro, sia in gruppo numeroso. In questa forma si trattava di una danza schermata, o meglio, di una scherma organizzata coreuticamente che introduceva la bellezza caratteristica delle feste spartane.

                                           

                                                                  Danza Pirrica

Si può dire che fin dalle origini del teatro la danza ne è stata parte integrante costituendo uno dei suoi principali livelli espressivi e l'elemento principale dei rituali religiosi. Nella Grecia antica le rappresentazioni teatrali erano momenti importanti di aggregazione della collettività che venivano organizzati dalle autorità politiche in occasione delle feste dedicate alle varie divinità. Nella tragedia l’azione era portata avanti dagli attori e dal coro, che si esprimeva cantando e danzando; la parola κόρος, infatti, deriva dal verbo κορέυο, danzare, e dallo stesso verbo derivano alcuni termini ancora oggi utilizzati - come coreografia, coreografo, coreutico. Così è per la parola "orchestra", che nell'italiano moderno designa un insieme di strumenti musicali, mentre nell'antica Grecia indicava il luogo del teatro dove agiva il coro e derivava da ορκέομαι, un altro verbo che significava "danzare", perché l'azione del coro era formata dal canto e dalla danza. La tragedia e la commedia si esprimevano a mezzo della μουσικ, termine che indicava l'insieme inscindibile di poesia, musica e danza, tre arti considerate di pari importanza che interagivano continuamente. La danza tipica della commedia era la Cordax, caratterizzata dalla lascività e dalla vivacità. Nel dramma satiresco invece si usava danzare la Sikinnis.

                                      

                                                   teatro greco                                    recitazione